Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 5 agosto 2008 Il Consiglio provinciale di Trento Premesso che: – Il “tetto verde” è ormai una realtà abbastanza consolidata in molti paesi del nord Europa (in particolare Svizzera, Germania ed Austria) ma sta prendendo piede anche in Italia: è bello da vedere, protegge dai raggi UV, dalle intemperie e dai danni meccanici, favorendo l'isolamento termico ed acustico e riduce l'inquinamento atmosferico ed in particolare le polveri sottili. – Quando si parla di tetto verde occorre per prima cosa distinguere tra due principali tipologie di inverdimento: quello estensivo e quello intensivo, che si distinguono per costi di costruzione, oneri di manutenzione e prestazioni globali. Per verde estensivo si intende un sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali in cui sono poste, che richiede spessori di substrato di coltivazione limitati e minimi interventi di manutenzione mentre per verde intensivo si intende un sistema che richiede maggiori cure rispetto al precedente e l’ausilio di una manutenzione di maggiore intensità, in funzione delle associazioni di specie vegetali. – Oltre ai vantaggi ambientali, in particolare con riferimento all'azione sul micro-clima urbano, sulla possibilità di recupero e trattenuta delle acque piovane con un alleggerimento sulla rete idrica delle acque bianche (fino al 70%, in alcuni casi), il tetto verde ha notevoli vantaggi economici e migliora la qualità della vita delle persone che vivono nell'edificio. Sotto il profilo economico, infatti, contribuisce ad allungare la durata delle coperture, essendo protette dagli agenti atmosferici, migliora l'isolamento termico delle coperture e quindi contribuisce ad abbattere i costi di riscaldamento e di climatizzazione. Per quanto riguarda la qualità della vita è intuitivo che il tetto verde crea nuovi spazi fruibili per chi abita e nuovi habitat per piante ed animali; – Le regole di progettazione di queste coperture, che finora erano state lasciate alle singole aziende, sono state ora discusse, confrontate, raccolte e messe “nero su bianco” in un’unica norma nazionale: la UNI 11235, che definisce appunto le regole di progettazione, esecuzione, manutenzione e controllo di coperture a verde, con elemento di tenuta realizzato con membrane bituminose, in poliolefine o in polivinilcloruro, in funzione delle particolari situazioni di destinazione d’uso, di contesto climatico e di contesto edilizio. A livello internazionale esistono già delle linee guida su questo argomento che però, pur costituendo un’utile base di riferimento, non sono totalmente applicabili in Italia per differenti situazioni culturali, di contesto climatico, di tecnologie costruttive. impegna la Giunta provinciale 1. a far conoscere attraverso appropriate campagne di informazione e formazione dei progettisti l'opportunità e l'utilità di promuovere la realizzazione di “tetti verdi”; 2. a individuare forme di incentivazione finanziaria, tenuto conto degli indubbi vantaggi che ne derivano – non solo per i proprietari dell’immobile – per il contributo che il “tetto verde” arreca al miglioramento del micro-clima, l'abbattimento delle polveri (fino al 20%, circa), la riduzione dell'inquinamento acustico e dei consumi energetici degli edifici. Cons. d ott. Roberto Bombarda |
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